Tristezza o depressione?

Spesso, nella nostra vita, affrontiamo dei momenti difficili e quando l’umore è a terra, lo sono anche le nostre energie e i nostri pensieri. Quante volte abbiamo detto frasi come “Sono giù di corda, non ho voglia di fare niente”?

È importante ricordare che la tristezza è un’emozione di base che, a livelli normali, risulta funzionale. È bene dunque distinguere una reazione fisiologica adattiva da un profondo stato di sofferenza psichica che si esprime su vari fronti: tendenza a valutare ogni situazione in maniera negativa e pessimistica, diminuzione dell’autostima, dell’attività del pensiero e del corpo.

Cosa accade se questa situazione permane?

La depressione corrisponde ad una delle dimensioni del tono dell’umore, in cui quest’ultimo è sempre basso e permane fino a interferire con le normali attività di una persona.

Infatti anche le azioni più semplici, nella depressione, diventano insormontabili (alzarsi dal letto, farsi una doccia, mangiare, parlare con un amico, ecc.), in particolar modo nelle prime ore del giorno.

La depressione è dunque uno stato mentale in cui si intrecciano ed entrano in gioco molteplici fattori e i cui temi principali riguardano il fallimento, la perdita, il senso d’incapacità e la mancanza di speranza verso se stessi, il futuro e il mondo.

A cosa è dovuta?

Non è possibile identificare un’unica causa sottostante la depressione. Infatti questo è un disturbo multifattoriale, in cui interagiscono aspetti genetici, biologici e psicosociali.

Quali sono i sintomi della depressione?

Le manifestazioni di questa patologia variano a seconda dell’individuo e nell’intensità con cui si presentano ma, generalmente, possiamo distinguere sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed emotivi che si presentano per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno:

  • Umore depresso
  • Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività
  • Significativa perdita o aumento di peso o appetito
  • Insonnia o ipersonnia
  • Agitazione o rallentamento psicomotorio (visibile anche da altri)
  • Faticabilità o mancanza di energia
  • Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
  • Ridotta capacità di pensiero, concentrazione o indecisione
  • Pensieri ricorrenti di morte

Perché è difficile uscirne?

I pensieri negativi portano a comportamenti congruenti al proprio umore, che a loro volta rafforzano i pensieri iniziali creando dei circoli viziosi che mantengono l’umore depresso.

Dunque più si proverà apatia e disinteresse per la maggior parte delle cose, anche quelle che prima erano considerate piacevoli, più ci sarà ritiro e non ci si metterà alla prova per disconfermare quelle idee negative, che finiranno per espandersi a macchia d’olio.

Inoltre, ciò che fa precipitare la situazione è il tempo speso a rimuginare proprio su questi problemi: si fanno pensieri ripetitivi sulle cause, significato e sintomi della depressione focalizzando l’attenzione in maniera ricorrente e persistente ma non risolutiva (Perché mi sento così? Cosa significa? Cosa posso fare?). Tutto ciò non fa altro che ingigantire pensieri, emozioni e comportamenti depressogeni.

Cosa si può fare?

Il trattamento cognitivo-comportamentale per la depressione prevede un lavoro su due fronti:

  • Comportamentale: il primo obiettivo fondamentale è quello di spezzare il circolo vizioso che mantiene la depressione, contrastando così la propensione alla passività e inattività e scatenando dei cambiamenti a catena.
  • Cognitivo: il secondo passo è quello di individuare e modificare quei pensieri, convinzioni e schemi disfunzionali su sé, il mondo e il futuro. Dal momento che la nostra interpretazione di un evento (pensiero) crea emozioni e comportamenti, modificandola avverrà un conseguente miglioramento nel tono dell’umore e tutti i sintomi associati.

Se dunque la tristezza ci segnala la presenza di situazioni da cambiare o da affrontare, costituisce un momento normale nell’alternanza di emozioni che proviamo nella vita, e ci ripiega su noi stessi in un temporaneo "ritiro dal mondo” funzionale a riprenderci, la depressione si configura invece come una patologia che blocca in un vortice dal quale si può uscire con l’aiuto di un professionista.

Wells (2012) Terapia Metacognitiva dei disturbi d'ansia e della depressione. Eclipsi

Beck A.T., Rush A.J., Emery G. (1979)Terapia cognitiva della depressione. Boringhieri

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